Pubblicazione: 11.07.2021 - Manuela Falchero
Riparte con il turbo l’export del gelato artigianale
italiano. In crescita anche le catene che lo propongono: 600 punti di vendita
in 30 nazioni.
Asia e Nord America, nuove frontiere del gelato artigianale
italiano. Lo conferma l’Osservatorio Sigep, il Salone Internazionale di
Gelateria, Pasticceria, Panificazione artigianali e Caffè di Italian Exhibition
Group, che rileva come, dopo avere registrato nel 2019 una crescita del 6%
rispetto al quadriennio precedente, l’export degli ingredienti necessari a confezionare
questa eccellenza del Made in Italy si prepari a incassare nei primi mesi del
2021 un rimbalzo a due cifre percentuali, complice anche il contributo delle
esportazioni. Che crescono tanto a oriente quanto a occidente. Segnali di
vitalità arrivano infatti dagli Stati Uniti, e ancora più da Est.
“In linea con un trend iniziato prima della pandemia –
conferma Roberto Leardini, presidente del Gruppo Prodotti per gelato di Unione
Italiana Food –, registriamo una crescita importante in Medio Oriente. Cina e
Sud Est asiatico sono mercati agli albori, da cui arrivano però segnali di
interesse e con un potenziale enorme nonostante un numero di gelaterie ancora
molto basso”. Ma anche l’Europa mostra buone prospettive. “Il Vecchio
Continente – spiega Leardini – totalizza circa il 60% dei nostri volumi di
produzione.
Ricordo che la Spagna è il terzo mercato europeo, dopo la
Germania, per il gelato artigianale, il cui potenziale è legato all’economia
turistica. Interessante anche la Polonia. Ora quello che occorre è una
promozione strutturata e sostenuta che parte dall’ICE e arriva alle aziende,
passando per le Camere di Commercio”.
A suggerire interessanti opportunità di sviluppo non è
tuttavia il solo comparto ingredientistico. Anche le macchine per la produzione
e le vetrine frigo promettono buoni riscontri. “Il settore – spiega Marco
Cavedagni, presidente di ACOMAG, l’associazione che raggruppa i costruttori
italiani di macchine per gelaterie – ha ricevuto una spinta dagli incentivi per
Industria 4.0, ma tra il 2019 e il 2020 ha perso, in media, tra il 30 e il 35%
della produzione. Il sentiment per la prima metà del 2021 è però positivo: ci
attendiamo un rimbalzo a due cifre, con la Germania molto dinamica”. L’Italia
del resto in questo comparto dà prova di una fortissima vocazione all’export:
ben il 75% della produzione nazionale di tecnologie professionali per le
gelaterie esce infatti dal Paese.
Corsi professionali sempre più gettonati
Il gelato artigianale italiano insomma conquista spazi. E
che sia così lo testimonia anche un altro parametro il tasso di conversioni tra
iscrizioni a corsi di specializzazione professionale e nuove aperture
commerciali, monitorato da Carpigiani per la sua Gelato University. “Nell’anno
accademico 2018/19 – afferma Kaori Ito, direttrice della Carpigiani Gelato
University – abbiamo registrato 6.000 iscritti ai corsi nei 20 campus nel
mondo, di cui 2.500 in quello di Bologna. Di tutti questi, il 12%, cioè circa
300, ha risposto alla nostra survey “Where are you now?” confermando di aver
aperto un punto di vendita”. Un ottimo punto di partenza per guardare al futuro
post pandemia. Un futuro in cui sembrano farsi avanti in particolare tre Paesi.
“Dei 1.350 iscritti ai corsi online tra l’1 settembre 2020 e il 17 giugno 2021
e quelli dei corsi in presenza ripresi a giugno, notiamo che UK, USA e Canada
rimangono nella top ten, ma sono India, Turchia e Malesia a fare registrare un
vero e proprio balzo in avanti. Le ragioni di questo balzo sono da ricercarsi
in costo più accessibile della formazione online, in una grande offerta di
corsi in inglese, nel superamento della difficoltà di ottenere un visto per
entrare in Italia o anche soltanto sostenere le spese di viaggio”.
Catene in pole position
A completare questo scenario già piuttosto roseo, c’è infine
un promettente dato relativo all’espansione delle catene che fanno del gelato
artigianale il proprio core business. “Un monitoraggio condotto sul network Top
International Gelato Chains – dichiara Antonio Verga Falzacappa, fondatore di Sistema
Gelato, che accompagna le principali realtà della filiera del gelato
artigianale nei processi di capitalizzazione e internazionalizzazione – ha
censito oltre 600 punti di vendita in 30 nazioni, registrando precisamente 36
attività in più negli ultimi 18 mesi. Il che equivale a un incremento del 6%”.
Un tasso significativo se si considera lo scenario economico globale. “Se
teniamo conto che gli investimenti richiesti per aperture dirette e
affiliazioni si pianificano con almeno un anno di anticipo – osserva Verga
Falzacappa -, possiamo concludere che, se non vi fosse stata la pandemia, la
crescita del settore sarebbe stata senz’altro più sostenuta”.