Si apre, in fiera a Rimini,
sabato 12 marzo, la 43ma edizione di Sigep - The Dolce World Expo, la fiera b2b
di Italian Exhibition Group dedicata alle filiere artigianali del gelato,
pasticceria, cioccolato, bakery e caffè. Filiere, queste, del foodservice dolce
che in Italia nel 2021 hanno generato un valore complessivo stimato in 9,5
miliardi di euro di fatturato (gelato 2,3 mld, pasticceria 550 mln in export e
600 mln sul mercato domestico nel 2019; cioccolato 2 mld, lievitati a 118 mln,
caffè e torrefazione 4 mld).
Il gelato in Italia, dopo la
battuta d’arresto dei consumi dovuta alla pandemia, chiude il 2021 con un
+19,5% sul 2020 (-17,8% rispetto al 2019). I consumi sono stati sostenuti
principalmente dal turismo domestico estivo e dai flussi provenienti da
Germania e Spagna, i due mercati più vivaci per il consumo del gelato
artigianale in Europa. In termini assoluti, la curva dei consumi che in Italia
nel 2019 raggiungeva i 2,8 miliardi di euro e scesa a 1,85 miliardi nel 2020,
rimbalza a quota 2,3 miliardi nel 2021 (elaborazione Osservatorio Sigep su dati
Istat del fatturato del settore Servizi).
Se le gelaterie sono presenti in
76 Paesi del mondo, l’Europa continua a essere il principale mercato per il
gelato artigianale: sia per presenza di gelaterie (circa 65 mila) sia per
consumi di prodotto artigianale. Dopo l’Italia, in Germania, Spagna e Polonia,
ma importante è la presenza anche in altri paesi, dall’Austria alla Francia,
dal Belgio all’Olanda. La leadership italiana nel mondo riguarda anche il
settore degli ingredienti e dei semilavorati per gelato, in cui operano 65
imprese che generano un fatturato complessivo di 1,8 miliardi di euro, di cui
800 milioni di semilavorati per gelato, il 60% dei quali è destinato all’export
(fonte: Gruppo Prodotti per gelato di Unione Italiana Food).
Il gelato artigianale mostra
segni di resilienza rispetto al colpo della pandemia sui consumi anche sul
segmento delle catene. Nel complesso il numero totale di Paesi esteri dove sono
presenti catene arriva a quota 65 (erano 56 nel 2019). Su un campione di 50
catene con sede legale italiana per 1.593 punti vendita, una survey condotta a
settembre 2021 da Sistema Gelato mostra una crescita dell’8% rispetto al
febbraio 2020. I punti vendita a gestione diretta, o affiliati, in Italia sono
1.186, e 407 i punti vendita all’estero, con una leggera variazione positiva
dal 34,1% al 34,3%. Inoltre, 27 delle catene prese in esame ha mantenuto
invariato il saldo aperture/chiusure, 15 sono riuscite ad incrementare la
propria rete, 8 si sono ridimensionate.
Da marzo 2020 a settembre 2021,
cresciuti i punti vendita in Cina (+10), Romania (+4), Spagna (+3) ed
Inghilterra (+3), con due new entry, la Slovacchia e la Repubblica ceca. Per
contro, i Paesi che nello stesso periodo hanno registrato chiusure sono stati
Kuwait (-7), Qatar (-3), Emirati Arabi Uniti (-3) e Malesia (-3), escono dal
novero dei Paesi con gelaterie affilate a catene italiane il Ghana e il
Guatemala.
Nel 2021 (fonte Confartigianato)
il made in Italy di alimentare e bevande ha segnato un aumento del 12,2%
rispetto al corrispondente periodo del 2019. Nella nicchia dei dolci da
ricorrenza la performance migliora, con le vendite italiane all’estero in
crescita del 16,8% rispetto ai livelli pre-pandemia, superando il +12,5% della
media Ue e sovraperformando il +4,9% del totale beni italiani. L’Ue è la
destinazione principale delle vendite dell’Italia di dolci da ricorrenza con il
69,8% del totale, pari a 550 milioni di euro, con la Francia al primo posto con
159 milioni (20,1%), seguita dalla Germania con 143 milioni (18,1%) e Regno
Unito con 66 milioni (8,4%). I dolci da ricorrenza, rispetto al pre-pandemia,
crescono del 19,4% quelle verso clienti in paesi Ue mentre quelli in paesi
extra Ue segnano un aumento dell’11,1%.
In particolare, le vendite
segnano un trend di crescita a due cifre per Svizzera con il +84,5%, Austria
con il +51,6% e Romania con il +46,2% (fonte: Confartigianato). In Italia il
segmento della pasticceria e gelateria artigianale (che condividono lo stesso
codice Ateco) conta 17.514 imprese con un’occupazione di 65 mila addetti, pari
a un quinto delle 86 mila imprese dell’artigianato alimentare. Secondo una
stima Aibi - Assitol, la perdita di fatturato della pasticceria nel 2020 è
stato del 40% rispetto al 2019; quando era pari a 600 mln di euro. Da ottobre
2020 a gennaio 2021 cresce in Italia il mercato del panettone artigianale. Per
il secondo anno di seguito i lievitati artigianali sorpassano in valore quelli
industriali e raggiungono i 118,5 milioni di euro (+3,2% sulla precedente
campagna natalizia) per un quantitativo di 6 mila tonnellate (+2,2%). Il
panettone artigianale è scelto da 470 mila famiglie italiane (fonte: Nielsen e
Csm Ingredients).
Euromonitor International
evidenzia per il mercato domestico valori assoluti di consumo di 4,9 kg di
cioccolata per nucleo familiare nel 2019, rispetto a una media europea di 11
kg. Nel 2020 il formato tavoletta è stato quello che ha registrato la più alta
crescita, il 4%, raggiungendo i 540 milioni di euro su un mercato complessivo
che vale quasi 2 miliardi. Covid e restrizioni hanno spinto le vendite del
comfort food per eccellenza con un aumento del 18,5% nella prima settimana di
lockdown; trend confermato anche nel periodo 29 giugno - 26 luglio se pure in
calo al +10,7% (fonte: Nielsen).
In Italia sono circa 800 le
imprese attive nella torrefazione, per un fatturato totale di 4 miliardi di
euro, con 7.000 addetti coinvolti (fonte: Consorzio promozione caffè). Nel 2020
l'Italia ha superato la Germania nella produzione di tostato, raggiungendo il
primo posto in Europa nella torrefazione del caffè con 616 mila tonnellate di
chicchi, il 32% della produzione totale dell'Ue (fonte: Eurostat). Nel 2020,
nella Ue sono state prodotte 1,9 mln di tonnellate di caffè, in crescita del
10% rispetto al 2010 (1,8 mln). La produzione vale quasi 11 mld di euro ed
equivale a circa 4,2 kg di caffè per abitante. Nel 2021 in Italia è aumentata
l’importazione del caffè verde (+5,4%) e del caffè decaffeinizzato (+5,4%).
Flessione invece per l’export nel 2020, ridotto del 3,8%, passando da 41 a 38
milioni di euro di valore. Anche il caffè risente degli aumenti generalizzati
dei costi, a partire da quelli della materia prima e dell’energia. Le
quotazioni del caffè da circa un anno nelle Borse di Londra e New York sono in
aumento dell’80% per l’arabica e del 70% per la robusta.