La pandemia da Covid-19 ha causato problemi a tutto il
comparto del fuori casa, compreso il mondo delle gelaterie che fanno registrare
un calo di fatturato del 40%: si è passati da 2,5 a 1,5 miliardi nel 2020. A
fornire questi dati è Conpait sezione Gelato presieduta da Davide De Stefano
che spiega inoltre come questo crollo sia dovuto soprattutto al calo di vendita
nelle grandi città turistiche (si è arrivati anche all’80%) senza contare le
chiusure primaverili; gravi perdite che non sono state compensate dalle vendite
durante la stagione estiva.
Un discorso a parte merita il delivery; evidenzia
l’Osservatorio “Gelato delivery” di Deliveroo e Sistema Gelato, il 2020
è stato l’anno del gelato a domicilio con un aumento del 113% degli ordini
rispetto all’anno precedente e con il 62% delle gelaterie in più presenti sulla
piattaforma rispetto al 2019. Il gelato si è quindi trasformato nella coccola
per eccellenza durante i mesi più duri del lockdown inserendosi anche nel nuovo
trend degli acquisti a domicilio, che, con molta probabilità, resterà nelle abitudini
dei consumatori anche nel post pandemia.
Questo successo comunque, come dichiara Claudio Pica,
segretario generale dell’Aig (Associazione italiana gelatieri) e presidente
della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio sulle pagine de Il Sole 24 Ore, non
basta: il delivery non potrà da solo risollevare il comparto, rappresentando
tra l’altro solo il 5% del giro d’affari.
Per questo c’è bisogno di soluzioni concrete e incisive
anche per il mondo della gelateria, tenendo conto che in molti non hanno ricevuto
i ristori previsti perché il codice ATECO non risultava tra quelli beneficiari;
resta forte inoltre il problema degli sfratti e del peso fiscale. Le stime
prevedono che senza ulteriori interventi rischiano la chiusura per quest’anno
10mila esercizi su 39mila, un vero colpo ad uno dei comparti che più di altri
rapprsenta l’eccellenza del Made in Italy.