Le catene italiane del gelato valgono mezzo miliardo l’anno | dolcegiornale.it | di Ernesto Brambilla - 5 marzo 2020

In questi tempi contaminati da drammatica incertezza, conviene leggere qualche dato positivo. Lo sono i numeri delle catene italiane di gelateria, monitorate da quattro anni da Osservatorio Sistema Gelato, che ha da poco rilasciato l'ultimo aggiornamento del "bilancio" di questo comparto.

I pdv totali sono 1585, +7,5%

I punti vendita - intesi come il totale dei pdv a gestione diretta e in franchising delle catene di diritto italiano - raggiungono quota 1585, con un +7,5% (110 unità) sull'anno precedente.Tutti insieme sviluppano un sell out di mezzo miliardo di euro all’anno, con un peso significativo sulla filiera italiana di produttori di ingredienti, vetrine e macchinari per gelato. Scrive l'Osservatorio che aumenta lievemente l’incidenza dei mercati esteri che «ora rappresenta il 25,4% del totale contro il 25,2% dell’anno precedente». Ecco come sono distribuiti, nel mondo, i pdv delle nostre catene di gelateria: Europa 32,3%, Asia 18,4%, medio Oriente 17,9%, centro-sud America 15,4%, nord America 9,2%, Africa 5,8%, Oceania 1%.

Cresce la presenza delle nostre catene di gelateria all'estero: +8,3%

La presenza di punti vendita all’estero è cresciuta dell’8,3% raggiungendo un valore aggregato di 403 unità, rispetto alle 372 unità del 2019, 323 del 2018 e 310 del 2017. Il numero di Paesi esteri dove c’è almeno una gelateria di una catena italiana passa da 56 a 62 distribuiti nei cinque continenti. Questi i Paesi "new entry" dell'ultimo anno: Israele, Giappone, Camerun, Reunion, Georgia, Bahrein e Bulgaria - mentre sono usciti Bangladesh ed Angola.

75 nuove aperture sono già pianificate

Venchi, Gioelia Cremeria, Cioccolatitaliani, Mammamia e Bacio nero sono le catene con la maggior crescita sui mercati esteri nel corso del 2019. Secondo la stima dell'Osservatorio, sarebbero 75 le aperture pianificate nel corso dei prossimi mesi tra Italia ed estero (erano 100 quelle pianificate nello stesso periodo dello scorso anno). Con la speranza che la contrazione globale dell'economia generata dall'emergenza sanitaria del nuovo coronavirus non faccia saltare anche questi piani.